CAMBOGIA - Siem Reap

In viaggio con il fotografo. I regni Khmer e l’energia cosmica dei templi di Angkor

  • Volo + Tour , Viaggi Fotografici
  • 13 giorni / 10 notti
  • standard 3 / 4 stelle
  • Come da Programma


Da Siem Reap un affascinante itinerario fotografico si snoda nel cuore degli antichi regni Khmer attraverso templi scolpiti da abili cesellatori e rovine spesso dimenticate nella foresta. Si parte dall’Angkor Wat opera perfetta vegliata da bellissime divinità. La cittadella fortificata di Angkor Thom che accoglie al suo interno il misterioso tempio del Bayon noto per i suoi 216 giganteschi volti in pietra, il Baphuon, la Terrazza degli Elefanti e del Re Lebbroso. Poco oltre la rovina più suggestiva: il Ta Phrom volutamente lasciato all’abbraccio della giungla. Il Preah Khan (il tempio della spada sacra). Più distanti i templi di Banteay Srey in perfetto stato di conservazione e Kbal Spean scolpito nel letto di un torrente nel Phnom Kulen National Park. Oltre troviamo il maestoso e intrigante complesso di Beng Mealea dimenticato nella foresta. Sulle rive del Tonlè Sap un giro tra i canali per esplorare Kompong Phluk il villaggio costruito su alte palafitte. Un viaggio in barca fino a Battambang città coloniale, i templi di Wat Banan e Phnom Sampeau. Un giro sul Trenino di Bambù e poi verso sud passando per la città galleggiante di Kompong Luong fino a raggiungere Phnom Penh affacciata sul maestoso fiume Mekong,  con il suo Palazzo Reale e la Pagoda d‘Argento.


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Dettagli

Cos'è un Viaggio Fotografico
“In viaggio con il fotografo”, proposto da Evolution Travel Italia s.r.l. in collaborazione con il fotografo Roberto Farina, sono itinerari selezionati e costruiti specificatamente per combinare, in un rapporto estremamente sensibile, la passione per la fotografia e il piacere dei viaggi. Percorsi che intendono esplorare Paesi lontani proponendo un’immagine del mondo in cui esista un esplicito valore aggiunto: l’aspetto estetico, culturale e sociale.
Percorsi lontani dalla filosofia massificata dei viaggi di gruppo. “In viaggio con il fotografo” è un pacchetto indirizzato a soddisfare le esigenze di un limitato gruppo di partecipanti che tende ad arricchirsi d’interesse con incontri casuali di genti e personaggi imprevisti al margine di luoghi di rara bellezza.


Attrezzatura fotografica consigliata
Al viaggio in Cambogia può partecipare chiunque, non è richiesta nessuna conoscenza specifica nel settore fotografico.  Si consiglia comunque un corpo macchina reflex digitale e un corredo minimo di obiettivi dal grandangolo al medio tele (chi già possiede un’ottica 50 mm fissa ne scoprirà l’estrema versatilità durante il viaggio, semplicemente perfetta). Schede di memoria, chiavetta usb, adattatori per pc o tablet (consigliati per visionare le foto), batterie di scorta, caricabatterie e un adattatore universale per presa di corrente. Un treppiede robusto sarà sufficiente a completare l’equipaggiamento fotografico di base e uno zaino per contenere il tutto. In conclusione attenzione al peso dello zaino. Un equipaggiamento professionale pesante non si traduce automaticamente in foto migliori, le ottiche devono essere poche e leggere e che comprendano gli intervalli focali adatti allo scopo del viaggio.


IMPORTANTE
La Cambogia durante il periodo dei monsoni è un paese particolarmente affascinante per il verde smeraldo dei suoi paesaggi e il livello d’acqua dei canali che permette una sicura navigabilità; ma bisogna tener presente che gli acquazzoni possono essere improvvisi e particolarmente intensi e a riguardo ci si deve far trovare preparati. Si consiglia un abbigliamento tecnico/estivo, e nel caso in cui uno scroscio d’acqua ci sorprenda durante una visita o una camminata sarà utile munirsi preventivamente di un poncho da trekking impermeabile, un piccolo ombrello richiudibile e sacchetti di plastica con relativi laccetti per la chiusura.


PROGRAMMA DEL VIAGGIO


1° GIORNO
Partenza dall'Italia con volo di linea. Pasti e pernottamento a bordo


2° GIORNO
Arrivo a Siem Reap, e trasferimento in albergo. Visita in tuk tuk del centro coloniale della città con il suo bel lungofiume e pranzo libero al ristorante. Piccolo briefing e nel pomeriggio proseguimento per Angkor Wat. Aspetteremo il tramonto dalle terrazze del tempio dove si gode di un bel panorama della foresta circostante. Godetevi il primo impatto con il tempio dalla strada rialzata interna al recinto e la luce calda che colora lentamente la facciata principale. (Tre sono le visite previste nell’area del tempio di Angkor Wat: 1° giorno al tramonto, il 2° giorno durante le ore più calde, 3° giorno mattino presto).Cena libera e visita della stupenda galleria del fotografo John Mc Dermot presso ffc. Briefing di riflessione e preparativi per la giornata successiva.


3° GIORNO    Complesso dei templi di Angkor Thom – Angkor Wat
Al mattino presto ci dirigeremo ad Angkor Thom (grande Angkor), la cittadella fortificata a pianta quadrata con un’area di circa 9 kmq. La città ha 5 porte monumentali in corrispondenza dei punti cardinali. Entreremo per la porta meridionale che possiede ancora le teste originali dei 54 demoni. All’interno della cinta muraria si trovano i monumenti più importanti della città: il Bayon, il Baphuon, la corte reale, il Phimeanakas e la Terrazza degli Elefanti.
Inizieremo con lo straordinario tempio del Bayon (XIII secolo dell’impero Khemer) con i suoi passaggi inclinati e le ripide scale e 1.200 m. di bassorilievi, ma soprattutto noto per i 216 giganteschi volti di pietra sorridenti di Avalokitesvara (il bodhisatwa) o del re Jayavarman VII secondo un’altra possibile ipotesi. I volti sono scolpiti sulle quattro facce di ogni scuro blocco calcareo e coperti a tratti da muschi e licheni. L’orientamento a Est ci permetterà di visitare il sito al mattino presto quando il sole illumina lentamente i volti, uno dopo l’altro. Fotografare il complesso richiede abilità nell’uso della composizione. Se saremo fortunati potremo vedere giovani monaci aggirarsi per le gallerie e le biblioteche dell’imponente sito. A soli 200 m. dal Bayon si trova il Baphuon. E’ un tempio-montagna (Monte Meru) strutturato su cinque livelli e dedicato al dio indù Shiva (1060). Il tempio ormai quasi interamente crollato nel XX secolo è stato sottoposto a restauro nel 1960, ma interrotto con la salita al potere dei Khemer Rossi. Nel 2011 il restauro è stato ultimato ad opera del governo francese (ricordiamo che la Cambogia era parte dell’Indocina coloniale francese e non è raro nei villaggi scovare tra gli anziani qualcuno disposto a discorrere con noi in francese). Il Phimeanakas (Palazzo Celeste) è il luogo dove sorgeva un tempo il palazzo reale. Non rimangono che le due vasche per le abluzioni religiose e un ampio piazza erbosa che conduce alla Terrazza degli Elefanti. Quest’ultima con una lunghezza di 350 m. era una tribuna usata per assistere alle cerimonie pubbliche e alle parate militari. Il palazzo celeste e la terrazza degli elefanti sono luoghi piacevoli da visitare e del tutto diversi dai templi visti in precedenza. Poco più in là visiteremo la Terrazza del Re Lebbroso (XII secolo). Le mura del basamento sono splendidamente decorate con Apsara sedute (divinità femminili celesti), sovrani e principesse. Soprattutto visiteremo la facciata rinvenuta sul lato meridionale rimasta nascosta per secoli che raffigura Apsara, Naga e altri personaggi conservati splendidamente. Con il gioco di luci e ombre che si crea con i raggi solari, si materializzano espressioni terrificanti sul volto delle figure; realizzeremo dettagli fotografici dei volti scolpiti nella pietra porosa, con i fili di ragnatele, i muschi e licheni che ricoprono la facciata rendono il risultato ancora più grottesco. Pranzo al sacco e proseguimento per Angkor Wat. Durante l’ora più calda della giornata i turisti in torpedone lasciano Angor Wat per tornare in albergo per pranzo. Ma il tempio in quest’ora di pace e di afa nasconde il meglio di se. Le gallerie ombrose e fresche riservano affascinanti scorci di luce. Angkor Wat è circondato da un ampio fossato che forma un rettangolo di 1,5 km per 1,3 km. I blocchi di arenaria sono stati prelevati dalle pendici orientali del Phnom Kulen (distante 50 km) e trasportati su zattere lungo il fiume Siem Reap. Angkor Wat è un monumento unico al mondo e il meglio conservato di tutta la Cambogia. La grandiosità di questo monumento, i bassorilievi e le decorazioni meritano approfondimenti per capire come il tempio sia una riproduzione in miniatura dell’universo. La torre centrale (il monte Meru), i cortili sottostanti (i continenti), e il fossato (gli oceani). Prima del rientro in hotel ammireremo il tramonto dalle terrazze del Phnom Bakheng. Rientro in hotel nel tardo pomeriggio e cena al ristorante. Se l’orario lo permetterà piccolo briefing.


4° GIORNO     Angkor Wat – Ta Nei – Ta Prohm – Preah Khant
Al mattino presto visita di Angkor Wat, con un po’ di fortuna potremo assistere ad un matrimonio Khmer e ai rituali di preghiera degli sposi. Le spose, in particolare, sfoggiano coloratissimi abiti da cerimonia con corpetti incredibilmente ricamati. La straordinaria grazia dei movimenti le fa somigliare alle Apsara celesti scolpite nei bassorilievi di Angkor.Proseguimento per il piccolo tempio Ta Nei (edificato da Jayavarman VII nel secolo XII). ricoperto e invaso da radici tentacolari e poco frequentato dai turisti. Faremo una camminata attraversando la diga in fondo ad un lungo sentiero. Proseguiremo per il Ta Prohm. Il tempio volutamente lasciato all’abbraccio della giungla è di gran lunga la rovina più suggestiva di Angkor nonché la più “fotogenica”. Il tempio evoca nei visitatori l’emozione provata dai primi esploratori. Edificato dal re Jayavarman VII e consacrato monastero reale nel 1181, la cinta del Ta Prohm ospitava 12.640 persone: tra grandi sacerdoti, assistenti, danzatrici e officianti. Visitare il Ta Prohm è un’esperienza unica: il tempio è immerso in una fitta foresta che filtra la luce sugli edifici in rovina creando ombreggiature a macchie con giochi di luce che danno maggiore corposità anche alle nicchie ad arco delle devata le quali sembrano in procinto di venir fuori. Il Ta Prhom è invaso dalla vegetazione ed enormi alberi di ficus religiosa stringono le rovine fra le loro radici tentacolari. Un altro albero protagonista di questo spettacolo è la ceiba pentandra, dalla corteccia argentea che può raggiungere i 50 m. di altezza e i 3 m. di diametro. All’interno del complesso incontreremo molti bambini che si guadagnano da vivere lavorando con i turisti mentre i loro genitori lavorano nelle risaie. Ci comporteremo secondo il caso chiedendo loro il permesso prima di essere fotografati.
Pranzo al sacco.
Proseguimento per il Preah Khan (tempio della spada sacra). Il tempio oggetto di continui restauri versa in condizioni migliori rispetto al Ta Prohm e ha molti meno visitatori, il che lascia spazio ad una fotografia maggiormente “pittorica e riflessiva” . E’ un luogo incantevole che si concretizza in un dedalo di gallerie buie su cui si aprono finestre di luce e pareti decorate da bassorilievi e sculture ricoperte di licheni, di cortili e di angusti passaggi. La natura qui, come al Ta Prohm, presenta alberi giganti e imponenti radici aeree che si ergono sopra i muri delle rovine e stringono in un abbraccio enormi massi di arenaria.
Rietro in hotel, cena libera e piccolo briefing per la preparazione del giorno successivo.
Per chi ha ancora energia faremo visita a piedi al vivace Night Market di Siem Reap.


5° GIORNO    Siem Reap /Banteay Srey / Kbal Spean / Siem Reap 
Primo giorno fuori dal circuito di Angkor.
Dopo colazione partenza per Banteay Srei (tempio hindu consacrato a Shiva) che letteralmente significa “cittadella delle donne” nome attribuito dai locali affascinati dalle seducenti devata scolpite nelle nicchie del tempio. Scoperto dai francesi solo nel 1914 si trova in uno stato di conservazione perfetto. Edificato nel 967 per volere di due brahamani, il tempio ha proporzioni ridotte (il prasat centrale non raggiunge i 10 m. di altezza) proprio come si conveniva a una costruzione innalzata da chi non fosse il sovrano. Costruito in arenaria di qualità superiore dalle calde tonalità rosate particolarmente sensibile ai cambi di tonalità luce, e soprattutto le decorazioni fanno di Banteay Srey uno dei capolavori dell’arte khmer. Una particolarità che potremo fotografare è il Gopura cruciforme che durante la stagione delle piogge si riflette nel bacino circostante proprio come fosse il monte Meru emergente dall’oceano cosmico.
Proseguiremo per Phnom Kulen National Park dove lasceremo l’auto per percorrere un sentiero attraverso la giungla che conduce a Kbal Spean, luogo di soggiorno di antichi eremiti, che scavarono nel letto del torrente e sulle rocce circostanti immagini e simboli divini. Il posto è di grande suggestione e passeggiare nella foresta fa scoprire poco a poco, quando gli occhi si sono abituati all’ambiente, i resti di una fede tanto profonda da lasciare traccia anche in posti così insoliti. Al ritorno faremo una deviazione per la cascata che in agosto ha una portata d’acqua quasi massima.
Pranzo al sacco.
Al ritorno se il tempo lo permette faremo una visita al centro per la consevazione della biodiversità (Centre for Conservation of Biodiversity) e al piccolo museo delle mine anti uomo.
Rientro in albergo, cena libera e pernottamento.


6° GIORNO     Siem Reap /Beng Mealea / Kompong Phluk / Siem Reap
Partenza di buona mattino per Beng Mealea (60 km. da Siem Reap), uno dei siti più misteriosi di Angkor. Il tempio (XIII secolo) è suggestivamente avvolto da una fitta vegetazione. Ci si avventura per buie gallerie ricoperte di piante rampicanti e magnifiche sculture nascoste dal fogliame. Questi elementi fanno di Beng Mealea un luogo affascinante e decisamente molto fotogenico.
Proseguiremo nel primo pomeriggio per Kompong Phluk, villaggio sulle sponde del lago Tonle Sap costruito su palafitte alte sei metri. Un giro in barca ci permetterà di esplorare i canali e le abitazioni di questo villaggio “fuori dal tempo”. Uno scenario memorabile !


7° GIORNO    Siem Reap / Battambang
Dopo la colazione in hotel, ci recheremo al lago Tonlé Sap dove dopo l’imbarco sul battello fluviale inizieremo il viaggio verso Battambang. Risalendo il fiume Stung Sangeker attraverseremo paludi protette e stretti canali, osserveremo una moltitudine di piccoli insediamenti tra incantevoli scenari rurali. Senza dubbio la traversata più scenografica della Cambogia.
Pranzo al sacco.
Arrivo a Battambang e sistemazione in hotel.
Dopo esserci riposati nel tardo pomeriggio, aperitivo insieme e piccolo briefing per presentare il programma dei giorni successivi.
Cena libera e pernottamento.


8° GIORNO     Battambang e dintorni 
Giornata di relax dedicata alla visita di Battambang (140.000 ab.) e dintorni. Il fascino della città risiede negli esempi di architettura coloniale meglio conservati del paese e nei vecchi negozi francesi (oggi caffè e ristorantini) distribuiti lungo la riva del fiume. Partendo dalla casa del governatore (architettura coloniale) proseguiremo per una breve visita al piccolo museo di Battambang. Una piccola deviazione verso la stazione per vedere i vecchi capannoni ferroviari del periodo coloniale francese e per concludere la mattinata, esploreremo la zona del quartiere artistico con le sue gallerie d’arte, gli edifici coloniali, negozi, bar e ristoranti.
Pranzo libero
Nel primo pomeriggio viaggeremo sul trenino di bambù (norry), una specie di treno locale in legno e bambù usato su brevi tragitti per il trasporto di persone o di sacchi di riso. Viaggiare sul trenino che si dirige verso Sud seguendo la vecchia e tortuosa linea ferroviaria (7 km.) sarà un’esperienza unica e divertente. Avremo possibilità di realizzare qualche interessante immagine estemporanea e se siamo ancor più fortunati assistere al via vai dei cambogiani che utilizzano il norry per il trasporto delle loro merci.
Proseguimento per il villaggio di Wat Kor per una bella passeggiata lungo il fiume Sangker e per visitare le vecchie e storiche case Khemer costruite in legno oltre cento anni fa (la Khor Sang House risale al 1890)
Rientro a Battambang per riposare.Cena libera e pernottamento in hotel.


9° GIORNO   Circuito di Battambang: Phnom Sampeau/Wat    Banan/stabilimento della Pepsi Cola/Pheam Ek
Inizieremo la giornata con una interessante quanto fotogenica escursione nelle campagne di Battambang dove entreremo in contatto con il sistema di vita rurale khmer, gli usi e costumi delle sue genti.
Pranzo al sacco.Continueremo le visite nella regione di Battambang dirigendoci verso Sud alla scoperta di due importanti siti storici e archeologici.Il Wat Phnom Sampeau (18 km a sud di Battambang) in cima ad una collina da cui si gode di uno splendido panorama delle campagne. Nelle immediate vicinanze del wat ci sono ancora due grandi cannoni dell’esercito regolare che risalgono alla lunga guerra civile terminata con la resa dei khmer rossi sul finire degli anni ’90.
Il Wat Banan (25 km a sud di Battambang), ispirato all’Angkor Wat più per la disposizione delle sue cinque torri che non per le sue dimensioni, domina anch’esso la regione rurale di Battambang dalla cima di una collina.
Rientrando verso Battambang ci dirigeremo alla ex fabbrica della pepsicola degli anni ‘60 abbandonata improvvisamente nel 1975 durante il conflitto bellico e cosi rimasta da lunghi anni.
Ultima tappa della giornata il villaggio di Pheam Ek dove vedremo i laboratori per la realizzazione della carta di riso usata per avvolgere gli involtini primavera, che viene lasciata asciugare su pertiche di bambù.
Rientro a Battambang. Cena libera e pernottamento in hotel.


10° GIORNO     Battambang / Kompong Luong /Phnom Penh
Di buon mattino partenza per Phnom Pehn. A metà strada circa ci fermeremo per visitare, in barca, la città galleggiante di Kompong Luong ( 10.000 ab.), popolazione quasi per intero vietnamita.Pranzo al sacco e proseguimento per Phnom Penh e arrivo nel tardo pomeriggio in hotel.Cena libera e pernottamento.


11° GIORNO     Phnom Penh 
Phnom Penh ereditò lo status di capitale del regno Khmer quando tra il 1430 e il 1440 Angkor venne abbandonata. Phnom Penh cominciò a svilupparsi proprio per la sua posizione più sicura, lontana dalle invasioni dei Thai e dei Birmani. Situata in una zona centrale della Cambogia i suoi commerci fluviali con il Laos, la Cina e il delta del Mekong fiorirono intorno al XV secolo. Senza alcun accesso al mare, però, divenne ben presto uno stato cuscinetto tra le potenze di Thailandia e Vietnam. La città fu conquistata più volte dalle due potenze vicine fino all’occupazione francese nel 1863 che sotto il suo protettorato assunse la configurazione che presenta ancora oggi. Fin qui un po’ di storia.  La leggenda vuole invece che Phnom Penh sia stata fondata da un’anziana donna di nome Penh (appunto) che trovò quattro statue del Buddha sulle rive del Mekong. Le sistemò su una collina nelle vicinanze del fiume e la città che sorse tutt’intorno fu chiamata Phnom Penh la “collina di Penh”.La città odierna è così piccola da poter essere esplorata a piedi o in tuk-tuk e le attrazioni più importanti si trovano nei pressi del lungofiume. Dopo la colazione in albergo visiteremo il Palazzo Reale residenza ufficiale del Re Sihamoni e la Pagoda d’Argento che deve il nome al pavimento ricoperto da 5.000 piastrelle d’argento. La Pagoda risparmiata dalla furia dei khmer rossi ha opere di notevole pregio come il Buddha di smeraldo e il Buddha d’oro ornato con 2086 diamanti e dal peso complessivo di 90 kg.Seconda tappa della mattinata il Museo Nazionale della Cambogia situato vicino al Palazzo Reale, possiede una splendida collezione di statue appartenenti al periodo preangkoriano.Pranzo libero e pomeriggio a disposizione.


Per chi volesse approfondire la visita di Phom Penh segnaliamo:
il Museo Tuol Sleng più tristemente noto come S-21. Attivo tra il 1975 e il 1978 fu prigione e centro di detenzione nonchè tortura dei khmer rossi. La visita a Tuol Sleng è un’esperienza toccante, con fotografie in bianco e nero, strumenti di tortura e celle con brande arrugginite.
E' consigliata una visita,d ecisamente più divertente, al Psar Tuol Tom Pong meglio conosciuto dai turisti come il “mercato russo” (perché frequentato dai russi negli anni ’80). Vi si trova di tutto, abiti nuovi e usati, krama di ogni colore, oggetti d’antiquariato e souvenir, sculture in legno del Buddha, sete, gioielli, bigiotteria e quant’altro possa essere trasportato in valigia. Parola d’ordine “contrattare” !
Un altro posto decisamente diverso dal precedente è il Wat Phnom situato in cima ad una collinetta di 30 metri (ricordate la collina di Penh). Il luogo è un posto vivace frequentato da fedeli cambogiani che vengono a pregare al santuario del tempio (ihara).
Circa 400 metri a Sud del Palazzo Reale si trova il quartiere delle fabbriche di Buddha dove decine di artigiani lavorano in laboratori privati alla realizzazione di statue del Buddha
E ancora un’escursione in barca sul Mekong o sul Tonlé Sap River al tramonto. Praticamente non c’è guida che non consigli un giro sul fiume, e, benché sia un’attrattiva turistica rimane pur sempre piacevole e rilassante. Consigliato.
Ultimo suggerimento: passeggiate semplicemente tra i boulevard e i vicoli del centro città alla scoperta dei vecchi edifici coloniali, delle botteghe, dei ristorantini. Fermarsi è un modo interessante per fotografare l’anima della città. Starsene seduti in un angolo a osservare il via vai dei passanti e godersi l’atmosfera di Phnom Penh.
Cena al ristorante dove festeggeremo con un brindisi la fine del nostro viaggio in Cambogia.
Pernottamento in hotel.


12° GIORNO   Phnom Penh / volo di ritorno
Dopo colazione tempo libero fino al trasferimento in aeroporto e volo di ritorno in Italia. Pasti e pernottamento a bordo.


13° GIORNO Italia
Arrivo in Italia


Nota Bene
L’itinerario è studiato nei minimi dettagli e faremo il possibile per rispettarlo. Tuttavia, per eventi atmosferici o altri imprevisti, il programma potrebbe subire variazioni o cancellazioni di visite o escursioni a discrezione dell’accompagnatore o organizzatore, pur mantenendo inalterato il livello dei servizi e la peculiarità del viaggio.

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Date e prezzi
Prezzo
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Incluso/Escluso

I prezzi s'intendono a persona con sistemazione in camera doppia.
Min 4 e max 10 partecipanti


La quota comprende
- Volo di linea per raggiungere La Cambogia da Roma/Milano/Venezia
- Trasferimenti, visite ed escursioni con accompagnatore/guida in italiano
- Entrate a templi, siti e musei previsti durante le visite
- Automezzo privato a disposizione per la durata del tour
- Sistemazione in alberghi di 3 o 4 stelle
- Trattamento di pernottamento e prima colazione
- Assistenza di fotografo professionista per l'intero tour


La quota non comprende
- Tasse aeroportuali (circa € 390,00)
- Quota iscrizione e assicurazione medico/bagaglio/annullamento € 95,00
- Visto di entrata in Cambogia da pagare in loco
- Extra, bevande, mance e quanto non espressamente indicato alla voce "La quota comprende"

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Appunti di Viaggio

A proposito del Viaggio Fotografico
Tutti voi che abbinate la fotografia di viaggio a una sete di conoscenze di luoghi, di genti, di religioni e problematiche sociali varie, siete parte di una traslazione del vostro essere, forma in cui l’oggetto “macchina fotografia” diviene una naturale estensione del proprio sguardo. Se ne ricava che la complessità di ogni singola visione deve essere per necessità composta e tradotta nella qualità dei toni di una stampa in bianco e nero o nell’equilibrio cromatico di una fotografia a colori. ?E la prova estetica cui si è chiamati non è puramente finalizzata alla meta delle coordinate geografiche (almeno così vuole la saggezza del fotografo viaggiatore). Ogni sorriso, ogni gesto, ogni albero o muro sbrecciato è una dimensioni dell’anima del viaggio. E l’intuizione che l’istante dello scatto sia da conservarsi come eterno in un momento mai più ripetibile è la consapevolezza di una soluzione visiva che tende a sfuggirci.


Chi può partecipare al Viaggio
Al viaggio può partecipare chiunque, non è richiesta nessuna conoscenza specifica nel settore della fotografia. Benvenuti anche coloro che nella fotografia hanno cominciato a muovere i primi passi perché potranno avvalersi dei momenti formativi con spiegazioni teoriche e tecniche sul campo e al momento dello scatto. I fotografi amatori ed evoluti possono muoversi in piena autonomia secondo le proprie conoscenze o attraverso una posizione logica delle sequenze ascoltare i consigli del fotografo. Chi invece è un appassionato di viaggi e intende soltanto essere accompagnatore potrà seguire le spiegazioni delle nostre guide/interpreti (in italiano) e formulare le opportune riflessioni sulle realtà culturali, storiche e geografiche, valutando nuove idee e punti di vista.


Suggerimenti per gli amatori evoluti
Attenzione al peso dello zaino. Un equipaggiamento professionale pesante non si traduce automaticamente in foto migliori, le ottiche devono essere poche e leggere e che comprendano gli intervalli focali adatti allo scopo del viaggio.


A proposito della Fotografia
La fotografia è esempio di espressione artistica come lo è la scultura e la pittura da cui essa deriva ed ogni fotografo evoluto o in erba che sia, usa un criterio estetico personale per far conoscere agli altri un determinato luogo geografico o gli aspetti culturali di una realtà significativamente diversa dalla nostra. Il mondo è un’inesauribile fonte d’ispirazione visiva, e il fotografo si trova in balia di ciò che l’occhio sceglie di vedere in rapporto al continuo coinvolgimento emotivo dell’ambiente circostante. Ciò a riguardo l’esercizio fotografico attraverso il colore o il bianco & nero è una sintesi di un lavoro appassionato e divertente, tutt’altro che sottoposto ad un obbligo intellettuale. Insomma nessuno in questo viaggio giudicherà nessuno e come fotografo libero dagli schemi non derubo la volontà di esercitare il diritto all’ozio e a non fotografare affatto. Anzi benvenuti anche coloro che nella fotografia hanno cominciato a muovere i primi passi. Non è dunque una provocazione sostenere che non occorre affatto tornare a casa con un formidabile catalogo d’immagini, ma provare invece il bisogno di conoscere il Pianeta e al modo in cui esso si esprime. Henri Cartier Bresson (grande fotografo giramondo) sosteneva in un’intervista che “per essere un buon fotografo bisogna avere cultura…”. Io aggiungo con leggerezza e ironia che sono sufficienti buone scarpe, molta pazienza e un pizzico di fortuna. Della fotografia di viaggio in molti mi chiedono quando e perché un’immagine può ritenersi valida da poter essere esposta. Mi limito a chiarire il concetto che quando un’ immagine è composta con molta cura non ha bisogno di un testo esplicativo, semplicemente rafforza il suo stile nel solo titolo didascalico. Allora si può senza dubbio affermare che è una fotografia da esporre. Noterete che l’attento osservatore sente il bisogno di soffermarsi davanti allo scatto, di porsi domande e prova una silenziosa riconoscenza per quel lavoro eterno che vive di intense emozioni, seppur “congelato in un istante”. Avrebbe voluto essere lì, invisibile. Avrebbe voluto condividerne ogni aspetto significativo di quell’attimo di eternità: il gioco delle linee, i colori, la luce o gli odori e i rumori. Percezioni. Ma rimane pur sempre spettatore e mai protagonista. 


Nella fotografia siate umili e “cestinate molto” … BUON VIAGGIO !
Roberto Farina


Excursus professionale
Roberto Farina è nato a Roma nel 1965. Ha cominciato a interessarsi di fotografia dal 1985. Attratto dall’atteggiamento dei grandi fotografi umanisti del XX secolo e dal bianco e nero che da essi deriva, dedica lunghe sedute alla camera oscura dove cura personalmente suoi scatti. Viaggiando per il mondo, si appassiona al paesaggio, alla descrizione dell’ambiente, alla narrazione fotografica, al ritratto, trovando in quest’ultimo il riconoscimento della personalità immediata attraverso il fatto umano. Nel passaggio dal bianco e nero al colore ha avvertito maggiormente l’esigenza del controllo di ogni fase operativa. La nitidezza e il dettaglio che tendono a qualificare le sue stampe rimangono un’esigenza indiscutibile che si esprimono in modo nuovo con le tecnologie dell’era digitale. E alla concezione che la fotografia sia un mezzo di conoscenza lega il contenuto dell’immagine al profondo rapporto che si stabilisce con la luce. 


Roberto Farina attualmente lavora e vive a Roma alternando lavori di committenza fotografica ad una personale produzione di ricerca che lo conduce in giro per il mondo. “ I luoghi, le persone e le cose mi interessano molto e cerco sempre di tradurle in una intensa espressione visiva ”. E’ questo che piace rispondere a chi gli chiede dei suoi scatti.


Lavori più significativi:
Deserti ”, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Giardini di Pietra “ Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma 2003
Birmania, tra misticismo e realtà “ Galleria Sumbaya, Roma 2002
Himba, Rossi d’Africa” Artisti per l’Africa, Sala Uno. Patrocinio comune di Roma 2004
Laos, un milione di elefanti” Galleria Sumbaya, Roma 2006
Alcune fotografie sono state pubblicate per:
PEN rivista giapponese, mensile di tendenza, foto, design. 2003
AD, mensile di Architettura. 2005
Il Sole 24 Ore. Quotidiano di economia. Ottobre 2005
Ville e Casali. Maggio 2006

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